Trent’anni fa, nel 1987, il regista tedesco Wim Wenders firmò uno dei suoi capolavori cinematografici, “Il cielo sopra Berlino”. Il film si apriva con la recitazione della poesia “Elogio dell’infanzia” di Peter Handke: «Quando il bambino era bambino, era l’epoca di queste domande. Perché io sono io, e perché non sei tu? Perché sono qui, e perché non sono lì? Quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio? La vita sotto il sole è forse solo un sogno? Non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo quello che vedo, sento e odoro? C’è veramente il male e gente veramente cattiva?».
Mi sono venuti in mente questi splendidi versi mentre pensavo all’importanza della lettura e della letteratura per l’infanzia. E la riflessione mi ha condotto ad alcune convinzioni e suggestioni.
Quando un bambino legge, e il libro che legge è un buon libro, si prepara ad affrontare il suo viaggio nella vita con levità, gioia e intelligenza.
Quando un bambino legge, la realtà si trasforma in sogno, e i sogni in realtà.
Quando un bambino legge, la fantasia si innamora dell’infinito.
Quando un bambino legge, tutte le stelle dell’universo si fermano a guardarlo.
Quando un bambino legge, tutti i grandi tornano a essere bambini.
Quando un bambino legge, anche i cattivi diventano buoni. Perché i cattivi devono stare lontani dai bambini.
Quando un bambino legge, regala nuove speranze al mondo.
Quando un bambino legge, nei suoi occhi brillano la purezza e la perfezione.
Quando un bambino legge, diventa bello come un Dio.
Quando un bambino legge, le bugie scappano a nascondersi.
Quando un bambino legge, nessuno si azzardi a interromperlo, perché sta allontanando da sé e da tutti noi ogni male.
Un bambino che legge è un’opera d’arte.
Insegniamo ai bambini a leggere, e loro ci restituiranno l’innocenza perduta.